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Pro tip #3: Reverse charge e IVA indetraibile

Reverse charge e IVA indetraibile

Con il continuo aumento delle casistiche di reverse charge, prima o poi capita di imbattersi in una situazione in cui sono presenti sia il reverse charge che l’indetraibilità IVA. Se poi abbiamo scelto di gestire più conti IVA per tenere distinte in contabilità generale le varie casistiche di reverse charge, diviene necessario prestare un minimo di attenzione.

Premessa: quadro normativo e ambiti applicativi

Fino alle estensioni operate dalla Legge di Stabilità per l’anno 2015, i casi di IVA reverse charge non detraibile erano confinati agli acquisti intracomunitari di libri e a quelli di ricambi e lubrificanti per auto. L’ampliamento del reverse charge al subappalto nel settore edile operato della legge 296/2006 non ha avuto rilevanza per questo problema, essendo strettamente legato alla filiera dell’edilizia.

Di impatto molto più rilevante è stato l’ampliamento avvenuto nel 2015, con l’estensione alle pulizie, all’impiantistica ed alle opere di completamento degli edifici, dal momento che l’art. 19-bis.1 DPR 633/1972, alla lettera i) contempla l’indetraibilità dell’IVA relativa a manutenzione, recupero e gestione dei fabbricati a destinazione abitativa, per tutti i committenti, salvo che per le imprese di costruzione.

La conseguenza è che un’impresa che effettua manutenzione di impianti su un proprio immobile a destinazione abitativa riceverà una fattura da integrare ai fini IVA ma non potrà detrarre l’IVA da integrazione.

La gestione in Erpy dei conti IVA

Nelle preferenze di Erpy è possibile impostare conti differenti per l’IVA a seconda della sua origine (operazioni ordinarie, IVA differita o “per cassa”, in regime di split payment, da integrazione acquisti e da emissione di autofatture):

Preferenze IVA

e anche in base alla singola classe IVA:

Conto IVA a seconda della classe IVA

Nel caso di contabilità con pochi movimenti o con casistiche IVA non particolarmente complesse, è ovviamente possibile utilizzare un singolo conto IVA per tutte le situazioni che si possono verificare. Quando però la gestione IVA dell’azienda è più eterogenea, l’utilizzo di schede IVA differenti facilita la riconciliazione delle varie situazioni che si presentano.

L’utilizzo di conti separati: i vantaggi nei diversi casi possibili

Ad esempio, l’utilizzo di un conto separato per l’IVA split payment, che si deve azzerare per ciascuna fattura registrata, evita di “sporcare” la scheda IVA con una serie di dare/avere di pari importo. Assegnare a tale modalità IVA un conto separato permette di verificare la correttezza delle registrazioni delle fatture emesse a soggetti pubblici semplicemente guardando il saldo della scheda, che deve essere sempre pari a zero.

Analogo discorso vale per l’IVA “per cassa”: l’imposta che non deve essere versata in quanto la fattura non è stata incassata oppure quella che non può essere detratta in quanto il fornitore non è ancora stato pagato non si mescolano con la scheda IVA, su cui sarà Erpy a girare automaticamente IVA a debito e IVA detraibile a seguito di incasso e pagamento delle fatture.

Anche l’IVA da integrazione e quella da autofatture, se gestita in un conto separato, funziona così, ma non sempre!

Se l’IVA sugli acquisti è detraibile, la scheda presenta coppie di movimenti simili a questi:

IVA detraibile da integrazione acquisti

La prima riga è l’IVA a debito per integrazione della fattura di acquisto intracomunitario di beni, la seconda è la detrazione della medesima IVA in quanto l’acquisto è avvenuto nell’ambito dell’attività di impresa.

Del tutto simile è la situazione per le autofatture:

IVA detraibile su autofatture

Anche qui vi sono coppie di righe dare/avere che si pareggiano nella medesima operazione.

Le cose iniziano a cambiare quando l’IVA da integrazione non risulta detraibile per qualcuno dei motivi descritti nel precedente intermezzo fiscale.

In questo caso Erpy, rilevando un’indetraibilità IVA nella registrazione dell’operazione, storna l’IVA detraibile e la gira a costo sul conto ove è stata registrata la fattura integrata:

Movimenti autofattura con IVA non detraibile

Ma la contropartita di un costo è un debito, per cui Erpy contabilizza il debito derivante dall’obbligo di assolvere tramite versamento l’IVA da integrazione sulla scheda IVA utilizzata per le autofatture. Il risultato saranno quindi i seguenti movimenti sulla scheda IVA autofatture:

Scheda IVA

Quando si presenta il caso dell’indetraibilità dell’IVA da integrazione, il debito IVA del mese non si trova più tutto su un’unica scheda, ma risulta imputato sulle varie schede ove ha avuto origine.

Il debito IVA riportato dal Cruscotto contabile non coincide quindi più con il saldo di un singolo conto ma con la somma algebrica (può infatti capitare anche il caso di credito IVA per operazioni nazionali di importo inferiore al debito per IVA da integrazione non detraibile) di più conti IVA.

Come effettuare la riconciliazione

Per evitare di impazzire quando si devono riconciliare contabilità IVA e contabilità generale è sufficiente utilizzare una piccola accortezza: quando si presenta il caso di IVA da integrazione non detraibile basta inserire nell’operazione una scrittura di giroconto dal conto IVA autofatture al conto IVA generale:

Giroconto IVA da integrazione non detraibile

A questo punto la scheda IVA da integrazione torna ad azzerarsi ad ogni operazione, con il debito che confluisce sul conto IVA generale.

Scheda IVA con giroconto

Basta riconciliare questo conto alle risultanze del Cruscotto contabile e il gioco è fatto!